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ATTACCARE LA REPRESSIONE. Solidarietà incondizionata a Lina (Lipsia,Germania)[it, de]

Il 05.11.2020 il procuratore generale federale ha ordinato un’operazione repressiva contro presunti/e antifascisti/e a Lipsia. Per una di loro gli sbirri della LKA avevano pronto un mandato d’arresto con il quale l’hanno portata via e messa in custodia cautelare.

Le persone colpite dall’operazione sono accusate di aver pianificato, preparato e portato a termine diversi attacchi contro i fascisti. Il tutto rientra nella classica accusa, ormai nota, di aver formato un’associazione criminale ai sensi dell’articolo § 129 del codice penale, il cui scopo era quello di «perpetrare attacchi contro persone riconducibili alla scena di destra».

Il 06.11.2020 l’Alta Corte federale ha confermato il mandato d’arresto contro Lina. In un comunicato stampa, viene dichiarato ufficialmente che la procura accusa Lina di incarnare la «dirigenza strategica» del gruppo e di rappresentare una «posizione di spicco» all’interno di questa fantomatica associazione a delinquere. La stampa gossippara non ha esitato a definirla «la leader».

Lina viene portata in prigione proprio in questi minuti [06.11.2020]. Ha molte settimane estenuanti davanti a sé che le costeranno non solo i nervi, ma anche molto denaro:

Questo è il conto della cassa di solidarietà per Lina:

Rote Hilfe e.V.
GLS-Bank
Konto-Nr.: 4007 238 317
BLZ: 430 609 67 IBAN: DE55 4306 0967 4007 2383 17
BIC: GENODEM1GLS
Parola chiave da aggiungere: unverzagt

Aggiornamenti e info utili (in tedesco) a questo indirizzo: https://freiheitfuerlina.noblogs.org

Il 05.11.2020 il procuratore generale decide di perquisire tre appartamenti di presunti antifascisti a Lipsia, due dei quali a Lipsia-Connewitz. L’antifascista Lina viene messa subito in custodia cautelare. Noi non volevamo restare a guardare mentre i poliziotti invadevano per l’ennesima volta il quartiere, sfondando le nostre porte, devastando gli appartamenti e, non contenti, osavano rapire i nostri compagni. Mentre una delle perquisizioni domiciliari era ancora in pieno svolgimento, abbiamo scagliato pietre contro la macchina degli sbirri in borghese all’opera. Quando all’entrata della casa uno sbirro incappucciato, sempre in borghese e con un giubbotto antiproiettile, è voluto correre in aiuto della sua auto, abbiamo deciso di dedicargli le pietre rimanenti, lanciandole attraverso la porta di vetro dell’ingresso. È venuto fuori che quel giubbotto proteggeva dai proiettili, ma non dai sassi volanti e lo stronzo in divisa ha deciso quindi di non esporsi ulteriormente.

Siamo sicuri di averli spaventati e di aver dato alla persona colpita dalla repressione un breve momento di gioia. Ovviamente i poliziotti speravano di trovare poca gente ad accoglierli per non attirare troppo l’attenzione ed evitare così la frustrazione già provata la volta scorsa. Con questo vogliamo rendere loro chiaro che non possono irrompere nel quartiere ed entrare nelle nostre case indisturbati, con l’illusione di poter svolgere il loro mestiere con tutta la calma che vogliono. Ognuno dei loro attacchi troverà una risposta pronta. Ma di questo dovrebbero essere già consapevoli.

Questo arresto e queste misure restrittive ci suscitano un’enorme rabbia. Siamo perció felici di sapere che nei giorni immediatamente successivi gli sbirri sono stati attaccati in svariate maniere:

Venerdì:

Un corteo combattivo attraversa la città: barricate e pietre contro gli sbirri.

Sabato:

La stazione di polizia di Lipsia-Connewitz viene attaccata con delle pietre, così come vengono attaccate le volanti che si trovavano a passare in zona. Vengono erette ed incendiate barricate. Mentre i poliziotti cercavano di farsi strada con bulldozer, idranti, diverse centinaia di uomini e una squadriglia di cani, una piccola battaglia li teneva occupati.

Domenica:

La stazione di polizia di Lipsia-Connewitz viene di nuovo attaccata. Sulla stazione degli sbirri di Lipsia-Plagwitz appare improvvisamente un grande «ACAB» in solidarietà a Lina, sparato da estintori caricati a bitume e rabbia.

Per quanto ci riguarda, volevamo aggiungere: non lasciamo passare nessuna perquisizione! Se ne venite a conoscenza, capite se le persone interessate hanno bisogno di supporto, disturbate gli sbirri durante il loro lavoro. Anzi, nel migliore dei casi: attaccateli! È possibile, sia durante, sia dopo.

Testi tradotti da qui: https://de.indymedia.org/node/116201https://de.indymedia.org/node/115330


Die Repression angreifen. Bedingungslose Solidarität mit Lina

Am 05.11.2020 führte die Generalbundesanwaltschaft einen Einsatz gegen vermeintliche AntifaschistInnen in Leipzig duch. Für eine von ihnen hatte das LKA einen Haftbefehl mitgebracht, mit welchem sie eine Person in Untersuchungshaft nahmen.

Den Beschuldigten wird vorgeworfen an mehreren Angriffen auf Faschisten beteiligt gewesen zu sein, beziehungsweise selbige geplant und vorbereitet zu haben. Ergänzt wird das ganze durch den obligatorischen Vorwurf, eine kriminelle Vereinigung nach § 129 StGB gegründet zu haben, deren Ziel es sein soll “Angriffe gegen Personen der Rechten Szene durchzuführen”.

Am 06.11 bestätigte der Bundesgerichtshof den Haftbefehl gegen Lina. In einer Pressemitteilung bezichtigt der Generalbundesanwalt sie der taktischen Kommandoführung sowie eine “herausgehobenen Stellung” innerhalb jener Vereinigung eingenommen zu haben. Von der Klatschpresse wird sie dadurch zur “Anführerin” umgedeutet.

Lina wird in diesen Minuten in die JVA gebracht [06.11]. Vor ihr liegen viele anstrengende Wochen die neben Nerven auch jede Menge Geld kosten werden:

Spenden für Lina an:

Rote Hilfe e.V.
GLS-Bank
Konto-Nr.: 4007 238 317
BLZ: 430 609 67 IBAN: DE55 4306 0967 4007 2383 17
BIC: GENODEM1GLS
Stichwort: unverzagt

Alle Infos: https://freiheitfuerlina.noblogs.org

Am 05.11.2020 dursuchte die Generalbundeanwaltschaft drei Wohnungen bei vermeintlichen Antifaschist*innen in Leipzig, davon zwei in Leipzig-Connewitz. Die Antifaschistin Lina wurde im Zuge dieser Maßnahme in Untersuchungshaft gesteckt. Wir wollten nicht tatenlos zusehen, wie die Bullen ein weiteres Mal ins Viertel eindringen, unsere Türen aufbrechen, Wohnungen verwüsten und sich obendrein erdreisten unsere Genoss*innen zu entführen. Während eine der Hausdurchsuchungen noch im vollen Gange war, schmissen wir das zivile Dienstauto der durchsuchenden Bullen mit Steinen ein. Als ein vermummter Bulle in Zivil mit einer schusssicheren Schutzweste im Hauseingang seinem Auto zu Hilfe eilen wollte, schmissen wir kurzer Hand die restlichen Steine durch die verglaste Haustür auf ihn. Dieser besann sich darauf, dass seine Weste zwar vor Schüssen schützt, aber nicht vor anfliegenden Steinen und beschloss doch nicht hinauszugehen.

Damit haben wir ihnen hoffentlich einen Schrecken verpasst und der betroffenen Person einen kurzen Moment von Freude bereitet. Offenbar hatten die Bullen auf eine leise Nummer gehofft um nicht wie beim letzten Mal großes Aufsehen und damit großen Unmut zu erregen. Hiermit wollen wir ihnen klar machen: Sie können nicht unbemerkt im Viertel in unsere Häuser eindringen und seelenruhig ihre Arbeit machen. Jeder ihrer Angriffe wird eine Antwort finden. Das sollte ihnen bewusst sein.

Großen Unmut haben die Fetnahme und Maßnahmen auch so hervorgerufen. So freuen wir uns zu hören, dass in den folgenden Tagen Bullen auf verschiedene Weisen angegriffen wurden:

Freitag:

Bei der kämpferischen Soli-Demo für Lina werden Steine auf Bullen geschmissen und Barrikaden errichet

Samstag:

Am frühen Abend wird der Bullen-Posten in Connewitz mit Steinen angegriffen. Vorbeifahrende Berliner Wannen werden ebenfalls attackiert. Barrikaden werden errichtet und in Brand gesteckt. Als die Bullen mit Räumpanzer, Wasserwerfer, mehreren Hundertschaften und einer Hundestaffel vorrücken, entwickelt sich eine kleine Straßenschlacht.

Sonntag:

Der Bullen-Posten in Connewitz wird erneut angegriffen. In Solidarität mit Lina wird in Plagwitz ein großes “ACAB” mittels Feuerlöscher voller Bitumen auf die dortige Bullenwache gesprüht.

An uns gerichtet wollen wir sagen: Lasst uns Hausdurchsuchungen nicht einfach hinnehmen! Wenn ihr von welchen erfahrt, schaut ob die Betroffenen Support brauchen, stört die Bullen bei ihrer Arbeit. Oder im Besten Fall: Greift sie an! Es ist möglich, ob währenddessen oder danach.

Texte übernommen aus: https://de.indymedia.org/node/116201https://de.indymedia.org/node/115330

Da malacoda.noblogs.org