Trascriviamo e diffondiamo una lettera ricevuta dai detenuti del carcere la Dozza di Bologna.
La data è antecedente ai primi casi ‘certificati’ di covid tra personale sanitario e guardie penitenziarie. La prima persona morta di coronavirus all’interno delle mura del carcere risale al 4 aprile.
Intanto seguono i trasferimenti e cinque dei circa trenta detenuti da Bologna smistati tra le carceri di San Gimignano e Tolmezzo risultano ufficialmente positivi al test.
27 MARZO 2020
Buongiorno,
Noi detenuti della casa circondariale di Bologna (Dozza), a nome di tutti i detenuti, è stato riscontrato che all’interno del carcere ci sono vari casi positivi al covid-19 (coronavirus). Alcuni detenuti sono stati trasferiti non si sa dove e alcuni in infermeria senza essere avvisati di nulla, essendoci stata anche la rivolta, che purtroppo ha causato un grave danno alla struttura. Soprattutto quella medica e sanitaria non avendo i mezzi per combattere il virus, infermerie distrutte e non più operative ai piani, la struttura si ritrova con una sola infermeria per tutto il carcere e addirittura sprovvista di medicinali, tra la quale i detenuti richiedono supporto medico dalle guardie e infermieri ma non vengono calcolati da nessuno!
Tutti i detenuti sono sprovvisti di mascherine, guanti e soprattutto senza materiale per disinfettare (vestiti, coperte, lenzuola etc etc), non abbiamo più la possibilità di lavarli correttamente non facendo più i colloqui e la struttura è sprovvista di lavatrici o metodi per la corretta disinfezione, tutti gli ambienti (doccia) sono mangiati dalla muffa, con il soffitto che cade a pezzi, condizioni igienico-sanitarie pari a zero. Qua dentro siamo a rischi di contagio di varie malattie, per non dimenticare che siamo in una cella di 10mq in 2 persone compreso il bagno. Addirittura fino a qualche giorno fa eravamo in 3 chiusi 24h su 24 per più di 14 giorni, attualmente siamo aperti solo 2 ore al giorno per poter camminare nel corridoio del nostro braccio in 50 persone senza poter usufruire delle aree esterne dichiarate inagibili come tutto il carcere. Ci sentiamo abbandonati a morire da soli qua dentro, senza poter far nulla, senza vedere neanche le nostre famiglie. La maggior parte dei detenuti ha tutti i requisiti di poter andare a casa con la propria famiglia e usufruire degli arresti domiciliare per espiare la propria pena in condizioni dignitose e soprattutto igieniche.
Chiediamo aiuto, siamo tutti nelle vostre mani!
Grazie.