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E chi sa oggi cosa sarà domani?

Bertolt Brecht

 

 

Davanti alla casa di Galileo a Firenze.

Galileo esce dalla porta e osserva la strada. Passano due suore.

GALILEO (rivolge loro la parola) Sorelle, sapreste indicarmi dove posso trovare un po di latte? Stamane non è passata la lattaia, e la mia governante è partita.

PRIMA SUORA Botteghe aperte ce n’è ancora solo nella città bassa.

SECONDA SUORA Siete uscito di lì, voi? (Galileo annuisce). È proprio questa, la strada!

Le due suore si segnano, mormorano un’avemaria e fuggono. Passa un uomo.

GALILEO (si rivolge a lui) Siete voi il fornaio che ci porta il pane? (l’uomo annuisce). Avete visto per caso la mia governante? Se ne dev’essere andata ieri sera, il fatto è che da stamane non è più in casa.

L’uomo scuote il capo. Una finestra di fronte si apre: si affaccia una donna.

DONNA(grida) Scappate! C’è la peste, lì di rimpetto!

L’uomo corre via spaventato

GALILEO Voi sapete che ne è della mia governante?

DONNA La vostra governante è stramazzata a terra, laggiù, in fondo alla strada. Probabilmente sapeva di avere la malattia, e per questo se n’è andata. Bel riguardo verso il prossimo! (sbatte la finestra).

Dei bambini vengono per la strada: vedono Galileo e fuggono gridando. Galileo si volta e vede sopraggiungere a corsa due soldati chiusi nelle corazze.

SOLDATI Entra in casa subito! (con le lunghe picche spingono Galileo in casa e gli barricano l’uscio alle spalle).

GALILEO (dalla finestra) Avete notizie di quella donna?

SOLDATI Li portano al lazzaretto.

DONNA (riapparendo alla sua finestra) Non sapete che tutta la via qui dietro è appestata? Perché non la sbarrate? (i due soldati tendono una fune attraverso la strada). Ma adesso non si può entrare neanche in casa nostra! Non dovevate sbarrare qui: non ce n’è, qui, di malati! Ferma, ferma! Un momento, sentite! Mio marito è fuori, come farà ora a tornare? Bestie! Bestie! (dall’interno la si ode singhiozzare e gridare).

I soldati se ne vanno. A un’altra finestra si affaccia una vecchia.

GALILEO Ci dev’essere il fuoco, là dietro.

VECCHIA Non spengono neanche più, quando c’è sospetto di peste. Solo della peste, si preoccupano.

GALILEO Già, non si smentiscono davvero! Così è tutto il loro sistema di governo. Ci mozzano via, come i rami malati di un fico che non dà più frutti.

VECCHIA Non è giusto parlare così. E che non ce la fanno.

GALILEO Siete rimasta sola in casa?

VECCHIA Si. Mio figlio mi ha mandato un biglietto. Per fortuna, ieri sera è venuto a sapere che qui accanto era morto qualcuno e non è più tornato. Undici casi, stanotte, nel quartiere.

GALILEO Sono pieno di rimorsi, perché non ho mandato via in tempo la mia governante. Io avevo da terminare un lavoro urgente, ma per lei non c’era nessun motivo di restare.

VECCHIA Tanto, non possiamo andarcene: e chi ci prenderebbe? Non abbiate rimorsi. L’ho vista, io, la signora. Se n’è andata stamattina presto, verso le sette. Doveva sentirsi male, perché quando mi ha vista uscire dalla porta per ritirare il pane, ha fatto un giro per non toccarmi. Non voleva che chiudessero voi in casa. Ma quelli finiscono sempre per sapere tutto.

Si ode un baccano di raganelle.

GALILEO Che cos’è?

VECCHIA Fanno rumore per cacciar via le nuvole che contengono i germi della peste. (Galileo ride di cuore). E ci trovate da ridere, voi?

Un uomo viene per la strada e si ferma alla fune di sbarramento

GALILEO Ehi, quell’uomo! M’hanno sprangato in casa e non ho da mangiare! (l’uomo è già scappato) Ma non potete lasciar morire di fame la gente! Ehi! Ehilà!

VECCHIA Forse ci porteranno qualcosa. Altrimenti, appena fa notte, vi metterò io una brocca di latte davanti all’uscio: se non vi fa paura.

GALILEO Olà! Olà! Bisogna pure che ci sentano!

Tutt’a un tratto, Andrea appare davanti alla fune. Ha il volto gonfio di lacrime.

GALILEO Andrea! Di dove sei spuntato?

ANDREA Ero già passato prima, ho picchiato alla porta, ma non mi avete sentito. Mi hanno detto che…

GALILEO Non eri partito?

ANDREA Si, ma in viaggio c’è l’ho fatta a saltar giù. Virginia ha proseguito. Posso entrare?

VECCHIA No, non puoi. Devi andare dalle Orsoline. Forse ci troverai anche la mamma.

ANDREA Ci sono già andato, ma non mi hanno permesso di vederla, sta malissimo.

GALILEO Da tanto lontano arrivi? Sono già tre giorni che sei partito!

ANDREA Non ho potuto fare più presto, dovete credermi. Mi hanno messo anche in prigione!

GALILEO (intenerito) Non pianger più. Sai che nel frattempo ho scoperto una quantità di cose? Te le racconto, vuoi? (Andrea singhiozzando, fa cenno di si). Sta’ bene attento, sennò non capisci. Ricordi che ti avevo mostrato il pianeta Venere? Non badare a quel chiasso, non è nulla. Te l’ho ricordi? E sai che cosa ho visto? Che è tale e quale alla Luna! L’ho visto a forma di emisfero e anche a forma di falce. Che ne dici? Con una pallina e con un lume ti posso far vedere tutto. E questo dimostra che anche quel pianeta è privo di luce propria. E si muove intorno al sole con un semplice cerchio. Non è straordinario?

ANDREA (singhiozzando) Certo; ed è un fatto.

GALILEO (sottovoce) Non sono stato io a trattenerla. (Andrea tace). Ma naturalmente, se non fossi rimasto io, non sarebbe successo.

ANDREA E ora, vi dovranno credere?

GALILEO Ora ho raccolto tutte le prove. Sai, appena è finita questa storia, vado a Roma e gli faccio vedere tutto, a quelli là.

Giù per strada vengono due uomini mascherati, recando delle lunghe pertiche e dei mastelli. Sulla punta delle pertiche tendono pagnotte, attraverso le finestre, prima a Galileo, poi alla vecchia.

VECCHIA E lì di fronte ci sta una donna con tre bambini, Mettetegli qualcosa sul davanzale.

GALILEO Ma io non ho niente da bere! In casa non c’è acqua. (i due stringono le spalle) Tornerete anche domani?

UNO DEI DUE (con la voce soffocata dal panno che gli copre la bocca) E chi sa oggi cosa sarà domani?

GALILEO Se venite, potreste farmi avere un libriccino che mi serve per i miei studi?

UOMO (con un riso sordo) Proprio il momento di pensare ai libri! Sii contento, che hai un pezzo di pane!

– Vita di Galileo, 1955. –