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Dichiarazione sul quinto processo contro Lotta Rivoluzionaria per il tentativo di evasione in elicottero e per gli espropri (Grecia) [it, en, el]

L’inizio della corte d’appello del quinto processo contro Lotta Rivoluzionaria [Επαναστατικού Αγώνα – EA] è previsto per mercoledì 30 settembre 2020. Il processo per il tentativo di evasione in elicottero dal carcere di Korydallos, organizzato da Pola Roupa nel febbraio 2016, e per degli espropri di banche, all’ospedale di Sotiria e alla Banca Nazionale di Malesina, è in corso di riesame. In primo grado, la compagna è stata condannata a 120 anni di carcere, accorpati in 65, e Nikos Maziotis a 37 anni, accorpati in 24, per istigazione morale.

Il tentativo di fuga di Nikos Maziotis e degli altri reclusi, organizzato nel febbraio 2016 da Pola Roupa, è un’azione di resistenza e solidarietà, di grande contenuto morale e di alti valori. Non si tratta soltanto del perseguimento disinteressato di un’azione che avrebbe potuto costare la vita stessa della compagna, un’azione che emana messaggi e valori simbolici forti, ma anche del modo stesso in cui l’ha organizzata. Assumere le misure necessarie per salvare vite umane, prendere i mezzi per la gestione della situazione in seguito alla non riuscita del piano e lo stesso orientamento intrapreso sono ciò che determinano il valore di Lotta Rivoluzionaria, illuminando, allo stesso tempo, i divari operativi esistenti tra i rivoluzionari e i persecutori del regime. Tutto ciò rivela gli impervi confini che separano l’azione armata dei combattenti dai dipendenti del potere statale.

La scelta politica della compagna segue coerentemente l’impervio percorso della prospettiva rivoluzionaria, prospettiva a volte solitaria e a volte trionfante, ma sempre necessaria, e che con la vittoria definitiva, prima o poi, l’umanità oppressa potrà sperimentare. Essa caratterizza con chiarezza ed ethos rivoluzionario il percorso stesso della compagna e della sua organizzazione, Lotta Rivoluzionaria. Questa azione è stata grande compagna di un percorso storico che non si è concluso nelle strettoie di Dafni, non è scomparso nella battaglia impari di Monastiraki e non è stato sepolto nel gennaio 2017. Lotta Rivoluzionaria non è stata seppellita come entità politica, come individui e come prospettiva vivente, a dispetto dei tanti episodi di destrutturazione da parte della repressione statale e delle sue lunghe braccia, sia prima che dopo il tentativo di fuga.

La liberazione di Nikos Maziotis è stata una scommessa non solo fraterna, non solo preziosa. Era anche un obiettivo strategico puramente politico finalizzato alla soppressione della repressione statale e al rinnovarsi dell’azione rivoluzionaria della stessa EA. Dopo tutto, un’organizzazione armata non sarebbe veramente rivoluzionaria se i suoi aderenti non arrestati non si prendessero cura dei prigionieri. E soprattutto, Lotta Rivoluzionaria, così come la conosciamo noi, così come la storia l’ha conosciuta, non potrebbe essere indifferente ai suoi prigionieri. Allo stesso tempo, si è trattato di un messaggio al regime: la guerra non è finita. Un’azione come questa non può essere interpretata in maniera disgiunta dal proprio contesto storico. Nel febbraio 2016, le molteplici disfatte nei campi di battaglia delle lotte sociali e di classe avevano seminato il disfattismo e avevano condotto allo sconforto ampi segmenti della società e delle sue componenti in lotta. È stato il tempo dell’assimilazione, della rinuncia, della criminale complicità di alcuni con la formazione di governo di quel periodo. Quell’epoca lascia oggi una forte impronta.

L’azione della compagna era volta, tra l’altro, a sfidare l’onnipotenza del regime, per il quale, a seguito del predominio delle politiche dei memorandum [si tratta dei programmi di «aggiustamento» economico varati per l’assistenza finanziaria allo Stato greco a partire dal 2010], dell’impegno a lungo termine per i meccanismi di «sostegno» e del crollo della resistenza popolare, aveva preso a ripercorrere la destabilizzazione del biennio 2010–2012. Questa azione è stata un atto di guerra contro la borghesia e lo Stato, una risposta all’assimilazione e alle illusioni del regime che, con il contributo del governo Syriza, riteneva di «agire senza un avversario». Se l’azione fosse stata completata, le cose sarebbero andate molto diversamente per tutti gli aspetti del conflitto di classe. Ma la storia non è scritta con i «se».

Inoltre, la compostezza e la vincolante osservanza delle proprie disposizioni morali da parte della compagna al momento del venir meno di un piano così ambizioso, un piano che non è rimasto nelle parole, sono un monumento di integrità non solo rivoluzionaria, ma anche umana. I particolari riguardanti l’annullamento del piano e il ruolo del pilota ruffiano che ha rischiato la propria vita rendendo, di fatto, dei servizi a un sistema bestiale la cui unica condizione è quella mercantile, sono stati scritti in dettaglio dalla compagna stessa. Essa ha avuto tutte le possibilità di mandare il ruffiano a riposo. Non l’ha fatto. E la sua intenzione di liberare persone che non avevano alcuna simpatia ideologica, politica e di stima, come è emerso, con Lotta Rivoluzionaria, costituisce un altro aspetto del disinteresse della sua volontà. Per quanto riguarda i dettagli, non abbiamo nulla da dire. Ciò che è stato scritto è stato scritto. La storia, che è molto più aspra, molto più implacabile, è stata raccontata.

Per quanto riguarda gli espropri delle banche, azioni intraprese nel contesto dell’autofinanziamento della vita nell’illegalità, e di conseguenza le attività preparatorie per il noleggio dell’elicottero e l’organizzazione del tentativo di fuga, Lotta Rivoluzionaria ha da tempo evidenziato che «non c’è mai stata un’organizzazione». L’espropriazione dei depositi del sistema predatorio, le banche, era necessaria per raccogliere fondi e alimentare la lotta, una pratica che si colloca in una lunga tradizione storica dei movimenti rivoluzionari. Nelle azioni contro le banche le persone non sono mai state messe in condizione di pericolo, non sono mai state strumentalizzate per il raggiungimento della causa. Gli intenti e i mezzi di Lotta Rivoluzionaria sono sempre stati identici.

In vista della corte d’appello del quinto processo e avendo davanti a noi un’altra corte d’appello per il procedimento in cui Pola Roupa è stata condannata all’ergastolo in primo grado, proponiamo una solidarietà attiva. Economica, politica, etica. Lo Stato non ha azzerato Lotta Rivoluzionaria, né ha smesso di prendere di mira i nostri compagni. Ciò è stato dimostrato nel bel mezzo della quarantena con il loro improvviso rapimento–trasferimento nelle carceri fuori da Atene, in un momento in cui all’interno delle carceri si stavano svolgendo lotte impegnative per contrastare la diffusione del Covid-19, con i compagni che avevano un ruolo di primo piano. Di fronte a questo, la solidarietà deve esprimersi.

Ora crediamo che si sia guadagnato molto terreno. Le aspirazioni opportunistiche e i tentativi di isolare i compagni con il «premio» dell’«egemonia cinematografica» sono falliti. Una corrente di sostegno si è già sviluppata in tutta la Grecia con la partecipazione di diverse centinaia di persone a manifestazioni, alle presentazioni dell’opuscolo dei compagni “για το ξεπέρασμα του κράτους και κεφαλαίου για μια συνομοσπονδιακή ακρατική-αταξική κοινωνική οργάνωση” [Per il rovesciamento dello Stato e del capitale, per un’organizzazione sociale federata], con il contributo alla circolazione delle pubblicazioni, il sostegno finanziario a livello nazionale. Questa corrente di solidarietà è stata agli albori negli ultimi mesi; non passerà molto prima che sarà il tempo di diffondersi socialmente, di agire, di rivendicare. Si avvicina il momento in cui saremo chiamati a stimolare, a mobilitarci, a organizzarci, e poi a liberarci dal carcere. In questa giusta lotta, non ci limiteremo a batterci per la liberazione dei nostri compagni. Lotteremo anche per la ridefinizione del valore di un movimento anarchico che non dimentica i suoi prigionieri, che non dimentica chi si è alzato pagando il prezzo delle sue scelte politiche, che non dimentica chi ha scommesso la propria vita per la rivoluzione sociale.

Forza a Pola Roupa e Nikos Maziotis,

La sede della Banca Centrale Greca di via Amerikis, ad Atene, il 10 aprile 2014, dopo l’esplosione di una autobomba collocata da Lotta Rivoluzionaria. Nell’edificio avevano sede la Banca Centrale Greca e la rappresentanza del Fondo Monetario Internazionale.

membri di Lotta Rivoluzionaria.

Onore eterno a Lambros Fountas.

Invitiamo alla solidarietà per mercoledì 30 settembre 2020 alle ore 9:00 presso il tribunale interno al carcere di Korydallos, ad Atene.

Assemblea di solidarietà per Lotta Rivoluzionaria

Contatto e-mail: syneleusiea[at]riseup.net

ENGLISH: www.amwenglish.com
GREEK: mpalothia.net

 

Da http://malacoda.noblogs.org